Di cosa si tratta?
Stai guidando o passeggiando, il tragitto lo conosci e non devi sforzarti di ricordare la via da prendere. La tua mente inizia a vagare e…come ci sei tornato a casa? Non ricordi niente del percorso fatto, vero?
Il mind-wandering si riferisce proprio a questo fenomeno, e può essere descritto come
“lo spostamento dell’attenzione da quello che si sta facendo a pensieri personali, a sensazioni del corpo o a stimoli esterni”
(Borella et al, 2017).
Il mind wandering è un fenomeno comune, e solitamente non interferisce con la nostra quotidianità. Inizia a diventare un problema quando invece si fa pervasivo e porta ad un peggioramento delle performance cognitive.
Solitamente questi fallimenti cognitivi sono attribuiti a disturbi di memoria, ma in realtà la maggior parte delle volte il colpevole è da ricercare nell’attenzione. Se io non presto attenzione a ciò che sto facendo, infatti, difficilmente potrò ricordare o tenere a mente un’informazione.
Tuttavia, si può osservare una sua esacerbazione nei disturbi dell’umore o nei disturbi di ansia, come vedremo di seguito.

Cosa accade nell’età adulta?
Per quanto riguarda il mind-wandering, ci sarebbero delle differenze qualitative e quantitative con il passare del tempo.
Solitamente, in assenza di deterioramento cognitivo, il mind-wandering diminuisce con l’età. Per quanto riguarda l’aspetto qualitativo, però, soprattutto negli over 70 sembrerebbe che il distacco dalla realtà sia più profondo e meno controllabile. Se aggiungiamo il fatto che spesso l’anziano ha scarsa fiducia nelle proprie capacità cognitive, ciò potrebbe portare ad un vero e proprio ritiro dai compiti cognitivi.
Si innescherebbe un circolo vizioso per cui ci si impegna meno nei compiti quotidiani in quanto si crede di non essere in grado, portando gradualmente la persona ad un ritiro cognitivo e sociale.
Risulta quindi importante valutare anche le credenze e la fiducia nelle proprie abilità cognitive, soprattutto nell’invecchiamento, in quanto fattori che influenzano la quotidianità e il benessere della persona.
Umore depresso e ansia
Umore depresso e ansia tendono a peggiorare il mind-wandering. Ciò accade perché si è distratti da pensieri intrusivi, preoccupazioni e ruminazioni che, occupando la nostra mente, non ci permettono di rimanere focalizzati su ciò che si sta facendo.
Quando infatti la persona risolve le problematiche relative all’umore depresso o all’ansia, solitamente il mind-wandering rientra all’interno della soglia fisiologica.
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Bibliografia:
- E. Borella, A.Cantarella, E. Carbone, M. Zavagnin, R. De Beni. Quotidiana-mente. La valutazione dell’autonomia funzionale e dell’autopercezione di fallimenti cognitivi in adulti-anziani. (2017). FrancoAngeli