Emozioni e immunologia: introduzione alla PNEI.
Il termine PNEI sta per Psiconeuroendocrinoimmunologia.
Si tratta di un recente modello teorico che combina gli studi e le scoperte dell’ambito della PSICOlogia, NEUROlogia, ENDOCRINOlogia e IMMUNOLOGIA.
Nella comprensione dell’uomo, e soprattutto in ambito patologico, non si prende in considerazione solo l’organo o il sistema direttamente interessato, bensì tutto il corpo…o meglio, l’uomo nella sua interezza. Ma non solo, perché l’uomo viene considerato come un essere incarnato, situato in uno specifico ambiente e contesto.
Infatti ambiente fisico&sociale e l’uomo sono in reciproca relazione, e non possono essere separati. Si adotta dunque un approccio olistico (“olismo”: dal greco, «totale», «globale»), in cui la persona non è più vista “a pezzi” o come “contenitore” portatore di sintomi.
In caso di patologia, viene infatti considerato l’uomo come un network, una rete in disequilibrio. Tutti sappiamo, ormai, quanto l’uomo e la sua salute siano influenzati da numerosi fattori, come i farmaci, l’alimentazione, lo stress, l’attività fisica, le relazioni sociali e altri.
La PNEI, dunque, studia e si occupa dell’uomo nella sua interezza, proponendo interventi di prevenzione e di cura.

Il ruolo delle emozioni
Le citochine sono proteine che permettono la comunicazione fra le cellule del sistema immunitario e diversi organi e tessuti (incluso il cervello). Tra le varie categorie di citochine, possiamo distinguere quelle pro-infiammatorie e quelle anti-infiammatorie.
Cosa accade quando c’è un’infiammazione in atto?
C’è maggiore produzione di citochine pro-infiammatorie. Queste allertano il sistema immunitario in modo da contrastare l’infiammazione e ristabilire l’equilibrio.
Una citochina pro-infiammatoria è l’IL-6 (IL=interleuchina, una sottocategoria di citochine), il cui aumento è un indicatore generico di infiammazione. Essa si dirige soprattutto al fegato e al cervello, attivando l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (l’asse dello stress).
Il rapporto tra stress e IL-6 è bidirezionale: si è visto, infatti, che l’infiammazione è parte della reazione di stress. Cosa significa? Che, a fronte di una situazione di stress intensa e protratta nel tempo (ti ricordo che lo stress non è di per sé nocivo), si assiste ad un aumento di citochine pro-infiammatorie .
Durante situazioni stressanti o nel caso di disturbi dell’umore, si può notare un aumento di citochine pro-infiammatorie, come l’IL-6. Se lo stress é protratto nel tempo, sarà protratto nel tempo anche l’aumento di citochine infiammatorie.
Lo stress cronico porterebbe infatti ad un’infiammazione di basso grado, vale a dire un’infiammazione che ha luogo nel corpo, non evidente o rilevabile dalla persona. Se lo stress perdura, si può arrivare al disturbo organico, quindi la persona presenta una certa sintomatologia.
Da diversi studi, ci sarebbe un legame anche tra interleuchine ed emozioni.
In particolare si è vista una correlazione positiva tra emozioni piacevoli e interleuchine anti-infiammatorie, e tra emozioni spiacevoli e interleuchine pro-infiammatorie.
In studi separati, inoltre, emerge che persone che esperivano emozioni come divertimento, stupore, compassione, contentezza, gioia, amore e orgoglio avevano livelli più bassi di IL-6.
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Bibliografia:
-Bottaccioli F. (2005) Psiconeuroendocrinoimmunologia. I fondamenti scientifici delle relazioni mente-corpo. Le basi razionali della medicina integrata. red!Edizioni -Berkeley News, 2015. Add nature, art and religion to life’s best anti-inflammatories -Stellar, J. E., John-Henderson, N., Anderson, C. L., Gordon, A. M., McNeil, G. D., & Keltner, D. (2015). Positive affect and markers of inflammation: Discrete positive emotions predict lower levels of inflammatory cytokines. Emotion, 15(2), 129–133. –https://www.somatologia.it/…/riv…/una-rete-psicosomatica